sabato 15 agosto 2009

Hollywood


Osservava dalla finestra.
La strada brulicava di persone. I tavolini dei bar erano pieni di voci. Vedeva indaffarati camerieri portare caffè, bibite e conti a clienti distratti.
I maestosi alberi riparavano la moltitudine dalla calura estiva.
Osservava tutto questo come un Dio che osserva immobile coloro che domina. Il sole le riscaldava il viso. Il suo vecchio viso segnato dall'esperienza e dalle notti insonni.
Era piacevole tutto questo. Si alzò e si diresse verso la scrivania. Aprì la cassaforte nascosta e tirò fuori una coroncina di sfavillanti brillanti. Con delicatezza se la pose sui morbidi capelli bianchi e si rimise sulla sua comoda poltrona di pelle.
Per strada c'era una bambina che giocava. Sembrava uscita da un altro tempo, da un altro luogo.
Una bella bambina bionda, con un delicato caschetto dorato. Indossava un bellissimo vestitino bianco con dei graziosissimi fiori azzurri. Saltava energica la corda e ad ogni salto la frangetta si muoveva tutta come se volesse scoprire totalmente il bel viso. Un tempo anche lei era stata una bella bambina bionda, poi una bella ragazza bionda, poi una bella donna bionda, talmente bella che vinse quella bella coroncina che ogni giorno poneva sulla sua testa per ricordarsi che non era sempre stata un legno vecchio.
Distolse lo sguardo dalla dolce bambina saltellante.
Sedute ad un tavolino c'erano due ragazze: una bruna e una castana chiara/biondastra. La ragazza scura parlava senza sosta e l'altra l'osservava ammirata. Sembrava che la seconda ragazza stimasse totamente la prima ma i suoi occhi inspiegabilmente velati: come se un velo la coprisse da tutto e tutti.
Sembrava la sua vita.... sembrava che quella finestra le stesse riproponendo pezzo per pezzo la sua vita. Il rapporto con sua sorella, i suoi litigi con i suoi amici, i pedinamenti, la violenza, l'amore, il tradimento, l'ingiustizia del sentirsi diversa, il puntare tutto sulla sua bellezza.
La bellezza morta e sepolta.
Si diresse verso il bagno e mentre stava seduta sul bordo della vasca si mise un fiammante smalto rosso ciliegia.
How could it hurt you when it looks so good?
Tornò alla finestra.
Adesso tutto era diverso.
La bambina era caduta saltando e stava piangendo.
Una delle due ragazze urlava come una pazza e l'altra piangeva.
La coppietta che prima si stava baciando litigava.
Un'ambulanza arrivò a sirena spiegata.
Una donna anziana si era sentita male e veniva portata frettolosamente via.
Lei aveva la coroncina e lo smalto... mancava qualcosa?
c'era qualcosa che non andava?
Aveva bisogno di qualcos'altro?
No oggi sarebbe andata dal chirurgo e la sua bellezza sarebbe resuscitata.
E tutto sarebbe tornato come prima e forse sarebbe potuta riuscire a ripartire da zero e andarsene.

There's something in the air in Hollywood
I tried to leave it but I never could.

mercoledì 5 agosto 2009

Elucubrazione notturna


Le nostre colpe vanno espiate.

La 3ª legge di Newton (se mi ricordo bene) afferma che: "le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l'oggetto B eserciterà sull'oggetto A una forza -F uguale e contraria". Ovvero: "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria".
A questo punto tremo e aspetto la reazione.
Non smetto di leggere, di riaggiornare pagine web e attendo l'implacabile reazione.
Cerco di scrivere per espiare la colpa(o meglio in questo caso le colpe).
Oggi veramente non ha nessun senso quello che scrivo poiché non riesco a guardarmi con lucidità. Veneggio parole, frasi. Tutto non ha più senso. E non capisco le mie azioni passate.
Non ne trovo la causa.
Ho già dimenticato tutto. Quel tutto così effimero e vuoto che effettivamente non aveva senso.
Solo adesso me ne accorgo.
Ma adesso nonostante io abbia capito(finalmente) devo aspettarmi la reazione.
Non posso giudicare o comportarmi come vorrei. Non posso perché le mie azioni hanno avuto un peso in tutto questo.
Mi rileggo e capisco: le mie sono le parole di una povera pazza disperatamente sola che sa di averti perso per sempre.